A mio padre piaceva Pantani

Il 14 febbraio 2004 moriva Marco Pantani, tragicamente.

Non vogliamo celebrarne l’ingenua immaginetta, il santino, per non fare torto all’uomo.

E poi, nella canzone, trova posto non lui soltanto, che è stato molto amato, ma anche chi molto lo ha amato, per l’appunto.

Non sarebbe stato meno dispensatore di emozioni, l’epilogo della sua vita, se anche fosse mancato per cause naturali, o per fatalità: è stato un grande ciclista, ed altrettanto grande è stato il male che lo ha sommerso, e vinto.

E questo, purtroppo, accade ed è accaduto anche ad altri, umiliati e offesi almeno quanto Marco Pantani lo è stato.

Ma – e qui si avverte il cattivo odore dell’oltraggio – troppe circostanze che lo hanno riguardato appaiono oscure e il sapore che lasciano le spiegazioni sa di amaro e brucia come l’ortica sulla pelle d’un bambino.

Ed è ancora così, ad anni di distanza dalla drammatica fine.

Crediti Video:

Soggetto e Sceneggiatura: Ignazio Caruso
Produzione, Regia e Montaggio: Alberto Salvucci
Runner e Assistente Produzione: Giovanni Marras
Fotografia e Operatore: Sara Arango Ochoa
Assistente Operatore e Gaffer: Edoardo Matacena
Scenografia: Salvatore Angius
Trucco: Claudia Nieddu
Color Correction: Sara Arango Ochoa
Service Video: Bipolar Service Video

Attori (in ordine di apparizione): Alessandro Fois, Monia Mancusa, Pier Natale Sanna, Maurizio Pulina

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